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    Scuola e Università
    22 Maggio 2020
    Il commento dell'assessore alla Pubblica istruzione, Lucia Cordeschi
    «La didattica a distanza un fallimento»

    LADISPOLI – «Da un’attenta analisi fatta a distanza tramite i social e i gruppi dei genitori, la didattica a distanza è stata un assoluto fallimento e aggravio per i genitori, anche nel caso in cui si appartenga a un istituto altamente organizzato e professionale». Ad analizzare la situazione a due mesi dal lockdown e dalla chiusura delle scuole (che comunque non ricomincerà prima di settembre) è l’assessore alla pubblica istruzione di Ladispoli, Lucia Cordeschi. Con la chiusura del Paese, bambini, insegnanti, genitori, si sono dovuti rimboccare le maniche per proseguire le attività didattiche tra le mura domestiche. Un compito non semplice. Almeno non per tutti. La didattica a distanza, secondo quanto potuto riscontrare dall’Assessore, ha «richiesto un impegno costante» che «ha aggravato le condizioni psico-pedagogiche di bambini e genitori che ora attendono con ansia la fine delle lezioni» e che soprattutto, sperano in un inizio anno scolastico diverso dalla sua conclusione. Perché l’incognita più grande ora è la ripresa delle lezioni. In che modo si procederà? Nei giorni scorsi il ministro Azzolina aveva parlato di didattica a distanza per metà bambini, mentre l’altra metà avrebbe frequentato in classe, con un’alternanza settimanale tra i due gruppi così da “alleggerire” le classi, diventate negli anni sempre più numerose. «Per la formazione del bambino – ha spiegato l’assessore Cordeschi – è importante il mondo scuoal in tutti i suoi aspetti». Non sono importanti solo le tabelline da imparare, o la poesia o la lezione di geografia. Importanti sono anche le relazioni interpersonali che gli alunni formano durante le ore di scuola: dal rapporto con gli insegnanti a quello con i compagni di classe. Un rapporto che certamente non può essere preservato attraverso il monitor di un pc, tra le mura domestiche. Peraltro, questo primo “esperimento” ha messo in luce un altro aspetto: non tutti hanno la possibilità di seguire le lezioni a distanza per assenza di tablet o pc e in diversi casi anche per l’assenza di una connessione internet. «La soluzione – ha evidenziato Cordeschi – è trovare altri istituti per ospitare le classi e assumere il doppio del personale per garantire le lezioni. Non si può pensare di far tornare a scuola metà degil studenti». Oltre al tema “socialità” c’è anche quello relativo alla famiglia: a settembre i genitori torneranno a lavoro. Chi resterà con i minori a casa? Uno dei due genitori dovrebbe “sacrificare” il proprio posto di lavoro, dedicandosi a tempo pieno alla casa, oppure si dovrebbe optare per l’alternanza genitoriale (a turno i genitori dovrebbero chiedere dei congedi per poter seguire i figli in casa): «Sarebbe assurdo». L’incertezza di questo periodo sulle decisioni del Governo per il nuovo anno scolastico, inoltre, hanno degli strascichi anche sulle amministrazioni comunali che ad oggi hanno dovuto mettere in stanby l’organizzazione di servizi correlati, come ad esempio la mensa scolastica e il servizio di scuolabus.