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    Economia e Lavoro
    23 Giugno 2020
    In piazza centinaia di addetti per chiedere lavoro, dignità e risorse
    Mense e pulizie, domani mobilitazione nazionale

    Sotto l’hashtag #DirittiSospesi domani scenderanno in piazza in almeno 60 città in tutta Italia (a Roma l’appuntamento è alle 15,30) gli oltre 80mila gli addetti – la metà, circa 39mila, solo nelle mense scolastiche – che dall’inizio di marzo, con il Decreto che imponeva il lockdown per emergenza sanitaria, sono di fatto senza lavoro e molti senza reddito, chiamati alla mobilitazione da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti, Tre mesi senza stipendio per le responsabilità incrociate di aziende e Inps, numerose delle prime per non aver anticipato, in molti casi, gli assegni ordinari ai dipendenti, l’ente di previdenza per non aver ancora corrisposto le indennità che spettano loro. A questi tre mesi di inattività forzata, per molti di loro, si sommerà un periodo altrettanto lungo di sospensione delle assunzioni, che coincide da sempre con la fine dell’anno scolastico. Altri tre mesi senza stipendio e, soprattutto, senza la garanzia di riprendere a lavorare, a settembre, per la riapertura delle scuole.

    La manifestazione nazionale unitaria è articolata su base territoriale in circa 60 città italiane. In alcune grandi città come Torino, Firenze e Genova i presidi sono stati anticipati a ieri e oggi, per la coincidenza domani della festa del santo patrono.

    Pur avendo già più volte sollecitato, senza successo, le istituzioni, le Organizzazioni Sindacali chiedono a Governo, Regioni, Comuni e Imprese, confronti per individuare percorsi condivisi e soluzioni per prorogare, di almeno 27 settimane gli ammortizzatori con causale “COVID-19”; la ripresa dell’anno scolastico a settembre, in presenza e in sicurezza per tutti, prevedendo il mantenimento del servizio mensa; prevedere l’accesso agli ammortizzatori sociali ordinari senza condizionalità rispetto al committente per le imprese e i lavoratori delle mense e delle pulizie cosiddette ‘aziendali’; una riforma degli ammortizzatori sociali per non discriminare i lavoratori in appalto e dare risposte strutturali per i lavoratori part time ciclici; misure di sostegno economico straordinarie per affrontare l’emergenza. Non c’è tempo da perdere, servono certezze oggi per il lavoro e per il futuro.

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