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    Porto
    2 Agosto 2020
    Lo ha detto il presidente dell’Adsp durante l’incontro con il ministro De Micheli. Si pensa ad un comparto logistico intorno a Tvn
    Di Majo: “Il porto ha bisogno dei fondi”

    Crisi e rilancio del porto di Civitavecchia. Questo l’oggetto dell’incontro tenutosi nei giorni scorsi a Roma presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il Presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Francesco Maria di Majo ha incontrato la Ministra Paola De Micheli alla quale ha fornito ulteriori dati che evidenziano il grave stato di crisi in cui versa il porto di Civitavecchia a causa del Covid-19 e del drastico calo del carbone della centrale dell’Enel, che rappresenta l’85% del traffico di merci solide del nostro scalo. «Il porto di Civitavecchia – ha detto di Majo – è il porto che più ha bisogno di avere le risorse previste dai due fondi del Decreto Rilancio sia per i portuali e i concessionari sia per quanto concerne i diritti di porto e, quindi, le società di interesse economico generale che operano nello scalo». Sottolineata anche l’importanza «della realizzazione della Darsena Energetica Grandi Masse, a maggior ragione oggi che siamo in fase di dismissione della centrale dell’Enel. A tale riguardo, proprio mercoledì scorso ho incontrato l’amministratore unico di Enel logistics S.r.l., Andrea Angelino e il direttore operativo, Stefano Pavan, ai quali ho espresso l’auspicio che Enel logistics, come già fatto per i porti di La Spezia e Livorno, possa scegliere Civitavecchia per lo sviluppo di un comparto logistico intorno alla centrale di Torrevaldaliga». Soddisfatta l’Usb locale che però aggiunge: «I grandi spazi attualmente occupati da Enel devono essere utilizzati per nuovi progetti di sviluppo e a favore di un riequilibrio urbano delle funzioni produttive. Quindi logistica, energie alternative, ma anche delocalizzazione di specifiche attività». Un passaggio poi sull’ultima seduta dell’organo di partenariato. «I rappresentanti – dice di Majo – delle organizzazioni sindacali con il loro parere negativo, non hanno consentito l’espressione del consensus e le contestazioni hanno riguardato solo ed esclusivamente gli aspetti economici del piano». Il referente della Figl Cigl Alessandro Borgioni ha risposto: «Il voto contrario sul piano dei servizi di Port Mobility – afferma – nasce dal fatto che nell’organismo di partenariato si è presentato solo l’elenco dei servizi da fare senza prevedere il loro valore economico e questo non ha permesso, a nostro avviso, una corretta valutazione».