logo
    Cronaca
    21 Agosto 2020
    Solidarietà della segreteria regionale USPP Lazio
    Aggressione al carcere di Aurelia. Detenuto nordafricano tenta di soffocare agente

    CIVITAVECCHIA – Momenti di paura al carcere circondariale di Aurelia dove in mattinata si è registrato un altro caso di aggressione ai danni di un agente di polizia penitenziaria. A darne notizia la CISL FNS.

    Secondo quanto si apprende, intorno alle 9,30 un detenuto africano durante l’immissione alla doccia senza motivo ha aggredito un assistente capo della polizia penitenziaria tentando ripetutamente di soffocarlo, dopo averlo afferrato alla gola con  le mani. Il tempestivo intervento di un altro detenuto ha scongiurato il peggio, dopo averlo bloccato è riuscito ad azionare l’allarme antiagressione riuscendo a liberare l’agente. Il poliziotto aggredito è stato prontamente trasferito in ospedale per le cure del caso.

    “Ancora una volta si segnalano criticità di gestione di detenuti – dichiara il segretario generale aggiunto della Cisl Fns Massimo Costantino – che si contraddistinguono in aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria. Torniamo a ribadire che questi detenuti non devono restare in tali strutture e chiediamo  più tutela per il personale affinché, si possa scongiurare un’aggressione che da tempo era prevedibile”.

    Sulla vicenda si registra la solidarietà della segreteria regionale USPP Lazio: “Un fatto che si accumula con altri simili e nessuno pensa di assumere provvedimenti a tutela del Personale, – dichiarano dall’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria – lasciato addirittura solo a svolgere turnazioni in certe sezioni detentivi che nulla hanno a che vedere con le altre sezioni. Servirebbero disposizioni adeguate da questa Amministrazione e interventi seri a scongiurare che un agente, all’interno delle sezioni isolamento e reparti con soggetti simili, venga a trovarsi nell’orario di apertura e chiusura da solo ed in balia dei venti. Linee d’ingaggio adeguate a contenere soggetti non gestibili anche per le scelte legislative fatte, che non hanno sostituito ad esempio gli ex OPG con strutture adeguate considerato che il sistema REMS insufficiente nei posti è fallito prima di iniziare nel contenere questo fenomeno inusuale per il sistema carcerario. Come in appelli lanciati in precedenza, l’unico atto che ci rimane da fare è di evidenziare i problemi e richiamare l’interesse dell’opinione pubblica e di chi è demandato a svolgere le attività di garanzia”.