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    Economia e Lavoro, Lettere
    16 Giugno 2021
    Economia e lavoro dopo il consiglio comunale aperto: il punto con ”Il Trittico”

    CIVITAVECCHIA – “La voglia di decidere in totale autonomia il futuro delle centrali congiunta all’intento di raggiungere uno sviluppo economico soddisfacente pari alle potenzialità e alle attese della città nel momento in cui si sta pianificando la transizione energetica: è stato questo il filo conduttore dei lavori del consiglio comunale aperto dell’11 giugno conclusosi con un ulteriore no al gas, assenti interlocutori importanti e ignorata del tutto la proposta di compromesso diretta a preservare il lavoro delle imprese impegnate nella manutenzione delle centrali. La massima assise – stando agli interventi – ha comunque offerto un contributo di chiarezza necessario e ha dischiuso scenari alternativi all’uso del fossile a fini energetici. Scenari che purtroppo sono ben lungi dal prefigurare il disegno di un organico assetto economico, per cui, quando a Civitavecchia la quota di lavoro e di reddito assicurata dagli attuali impianti energetici verrà meno senza che sia rimpiazzata dalla presenza di altre attività imprenditoriali si correrà il rischio di non avere più la forza per fronteggiare le prevedibili pressioni convergenti di disoccupati, operatori economici, Enel ed amministrazione centrale.
    A meno che la città non dimostri presto la capacità di farsi sentire anche in senso propositivo dotandosi di un prezioso elemento di oggettiva garanzia da usare nei prossimi incontri, magari più valido degli stessi deliberati consiliari: una programmazione economica su proiezione territoriale, impostata con criteri strategici, che definisca esattamente la fisionomia futura della città e del suo porto. E ciò richiede appunto che alla riunione del consiglio comunale  segua un momento di riflessione di tutte le istituzioni e le istanze partecipative cittadine per inaugurare quella politica economica locale che ancora manca. Che parta, com’è naturale, dall’analisi spassionata della situazione attuale, proceda al vaglio delle risorse di cui la città dispone, a cominciare dal capitale umano e dalla vocazione del luogo, all’esame delle ragioni del mancato sviluppo, delle condizioni necessarie per attrarre investimenti, del versante su cui è preferibile riversarli nella necessaria distinzione tra scelte a breve e a lungo termine, attenendosi accortamente ai principi della complementarità e della diversificazione delle attività economiche. E quindi, se per il porto sono in arrivo gli annunciati finanziamenti destinati a migliorare le infrastrutture, in città occorrerà ottenere, per intanto e in tempi brevi, in un quadro di puntuale programmazione, l’impianto di un settore manifatturiero con affiancato l’insediamento di qualificati servizi alle imprese, l’acquisizione al comune di  parte del notevole patrimonio edilizio del demanio militare per convertirlo ad utilizzi di natura socioculturale. In sostanza occorre a nostro avviso che partiti, sindacati e forze economiche e sociali provvedano a tracciare le linee di un intervento di sviluppo completo e fortemente integrato della cui elaborazione deve però farsi carico il primo cittadino”.

    Il presidente dell’associazione “Il Trittico”