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    Speciale medicina
    22 Luglio 2021
    le risposte degli esperti agli anziani
    Degenerazione maculare, dagli esami alle cure

    Come si esegue una diagnosi di degenerazione maculare legata all’età? Qual è il paziente che rischia la malattia? Quali sono le possibilità di trattamento? Queste, in sintesi, le domande a cui sono stati chiamati a rispondere alcuni tra i più autorevoli specialisti in oftalmologia, nel corso del webinar tenutosi di recente all’interno del percorso formativo di Floretina 2021, sul tema “Neovascular Amd in real life”, presieduto da Edoardo Midena, docente di Malattie dell’apparato visivo e direttore della Scuola di specializzazione in Oftalmologia dell’università degli Studi di Padova, e da Stanislao Rizzo, direttore dell’Unità operativa complessa di Oculistica del Policlinico universitario A. Gemelli Irccs di Roma, organizzato con il contributo non condizionato di Bayer. La degenerazione maculare legata all’età è una malattia di grande rilevanza sociosanitaria ed è la prima causa di grave ipovisione centrale nei Paesi industrializzati, nelle persone con più di 65 anni. In Italia si registrano ogni anno 50mila nuovi casi. I pazienti affetti dalla forma neovascolare (essudativa-umida) della maculopatia devono essere sottoposti a iniezioni intravitreali (farmaci anti Vegf), trattamento che permette non solo di prevenire l’ulteriore perdita della vista, ma, in molti casi, di recuperare l’acuità visiva perduta soprattutto quando si riesce a intervenire in tempo. Una visita oculistica, tuttavia, non è sempre sufficiente per formulare una valutazione corretta. Per confermare la diagnosi e inquadrare la malattia sono, infatti, necessari alcuni esami strumentali, come la tomografia a coerenza ottica (Oct), moderna tecnica che ha permesso di analizzare le strutture retiniche con dettaglio e risoluzione sempre crescente.

    Esistono due grandi categorie di schemi di trattamento, quello proattivo e quello reattivo. Tra i trattamenti proattivi si ricordano quello ‘fisso’ e il Treat & Extend (T&E), che hanno come caratteristica principale quella di trattare i pazienti indipendentemente dall’attività della neovascolarizzazione.