La Pro Recco è campione d’Europa, ancora una volta. Per la terza consecutiva, undicesimo gioiello europeo. Solo Zagabria negli anni 60 vinse di più: Recco ombelico del mondo, i più forti di tutti, scritte ancora radiose pagine di storia. Triplete stagionale : come te nessuno mai. Ancora inarrestabile, dominante. Prestazione mostruosa, ancora una volta. Una vera e propria dinastia. Niente rivincita per i padroni di casa di Novi Beograd, dominati a casa loro, stavolta sconfitti 14-11, nonostante stelle come Vlachopoulos o lo stesso iberico Granados, passando per i serbi Jaksic e Pijetlovic. Perfetti e spietati, interpretazione impeccabile sin dalle primissime battute. Inizio perfetto per i reccolini: 4-1 al primo parziale, DNA ed esperienza, la fame d’aggredire, quella che contraddistingue quella splendida malattia delle grandissime, chiamata mentalità vincente. Le loro armi: super Del Lungo, gran difesa, colpire a freddo quando necessario. Gara che sorprendentemente esplode nel secondo quarto: 9 reti, spettacolo e 9-5 complessivo. Partita esplosa e distanze necessariamente più lunghe, ma con sapienza e spessore Recco amministra, fino a sbarcare in porto col grande obiettivo, la terza gemma europea consecutiva. Negli ultimi due tempi mantenuto sempre il vantaggio minimo di 4 reti, fino al fischio finale, che fa partire l’ennesima festa di un club imbattibile. Un cocktail perfetto, ancora magistralmente orchestrato e diretto da Sudko: dalle stelle del settebello azzurro come Di Fulvio, alla qualità perfetta straniera, quella targata Ivovic, Zalanki e Younger. E poi un muro a porta, eterno, Marco De Lungo.