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    Economia e Lavoro
    4 Ottobre 2023
    Pensione anticipata a 64 anni con 20 di contributi. Il governo ci pensa

    ROMA – Opzione donna, l’Ape sociale al femminile e, adesso, al menù già ricco degli scivoli allo studio per le lavoratrici si aggiunge un’altra portata: la pensione anticipata a 64 anni con 20 di contributi.

    In pratica un anticipo di quella “Quota 84” che è una regola generale per chi si trova totalmente nel sistema contributivo.

    Lo scrive Il Messaggero spiegando che la nuova soluzione è sul tavolo del governo che ha avviato le consuete simulazioni per valutarne i costi. Questa nuova “Quota”, tuttavia, dovrebbe avere delle correzioni rispetto alle attuali regole del sistema contributivo. Per poter accedere alla pensione non sarebbe necessario aver maturato una pensione almeno 2,8volte quella minima.

    Questa soglia dovrebbe essere abbassata a 2-2,5. Anche questo livello è oggetto di simulazioni. Ovviamente per le lavoratrici che sceglieranno di utilizzare il nuovo scivolo ci sarà il consueto ricalcolo della pensione in base al metodo contributivo.

    Nel caso di Opzione donna, con il pensionamento a partire da 58 anni, questo ricalcolo si è sempre rivelato molto penalizzante sull’assegno pensionistico, con decurtazioni tra il 20 e il 30 per cento. Con il pensionamento a 64 anni, l’impatto potrebbe essere più contenuto. Nelle scorse settimane si è iniziata a testare l’introduzione di un altro meccanismo: una sorta di Ape donna.

    In pratica sarebbe un’Ape sociale estesa alle donne. Se le regole fossero “gemelle”, si tratterebbe di un prepensionamento a 63 anni, con una particolarità. Lasciato il lavoro non si percepirebbe la pensione, ma un assegno fisso per 12mensilitá per un importo massimo di 1.500 euro non rivalutabili.

    Poi una volta raggiunta l’età della pensione si passerebbe senza soluzione di continuità, dall’Ape all’assegno pensionistico. Per le donne, tuttavia, questo meccanismo potrebbe avere un correttivo: invece di partire dai 63anni di età potrebbe partire da 60 anni. L’Ape sociale, però, avrebbe le stesse limitazioni che oggi valgono per “Opzione donna”.

    Quindi sarebbe riservato alle “caregiver” (chi si prende cura dei familiari) e a chi ha un’elevata percentuale di invalidità. La soluzione “Quota 84” per le donne, invece, potrebbe avere un’applicazione più generale. Il pacchetto pensioni in manovra deve farei conti con le risorse (scarse) a disposizione. Di certo ci sarà la conferma di Quota 103, il pensionamento anticipato con 62 anni di età e41 di contributi.

    Un meccanismo che però non favorisce le donne che, come ha ricordato il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, a 62 anni di età hanno in media 28 anni di contributi. Una vita “lavorativa” ben lontana da quella che consente l’accesso allo scivolo pensionistico di Quota 103. Ed è per questo, insomma, che per le donne serve una soluzione “ad hoc”.