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    Economia e Lavoro, Energia e ambiente
    9 Marzo 2024
    Centrale di Civitavecchia, il ministro Pichetto conferma: stop al carbone alla fine del ’25

    Trattamento diverso per la Sardegna: per gli impianti dell’isola verranno allungati i tempi fino al 2028

     

    ROMA – I tempi per la riconversione della centrale Enel di Civitavecchia non verranno allungati. Nei giorni scorsi, infatti, il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso di un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, ha confermato come il termine ultimo per l’abbandono del carbone per l’Italia resta fissato al 31 dicembre 2025. Tutto questo mentre nel resto d’Europa (non parliamo neanche del resto del  mondo) sulla questione i governi se la prendano con molta maggior rilassatezza. Una speranza in fondo a questo folle tunnel che si è voluto imboccare però c’è, perché proprio il ministro Pichetto ha dichiarato nella stessa sede parlamentare che una prima eccezione verrà concessa. “L’obiettivo di abbandono del carbone nel mix di generazione elettrica a partire dal 31 dicembre 2025 – ha spiegato il ministro – potrà sicuramente essere confermato per tutto il territorio nazionale, ad eccezione della Sardegna, dove sarà realizzabile tra il 2026 e il 2028”. Dunque, per la Sardegna si può. Per il resto d’Italia no, perché – a detta del ministro – sono già in costruzione quattro nuovi impianti a ciclo combinato a gas ad alta efficienza e altri impianti già attivi saranno resi più performanti e questo sarà sufficiente. I dubbi che questa previsione sia esatta restano tutti, ma dopo le ultime parole del ministro dell’Ambiente è lecito anche pensare che che se una deroga viene fatta per la Sardegna, questa possa essere estesa per andare incontro alle difficoltà anche degli altri territori – come quello di Civitavecchia – che devono affrontare un passaggio economico e sociale così impegnativo.