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    Cronaca
    16 Marzo 2024
    Pendolaria 2024: Roma fanalino di coda in Europa per la cura del ferro

    di Simona Tenentini

    ROMA – Linee ferroviarie: impietoso il rapporto pendolaria di Legambiente pubblicato qualche giorno fa che vede l’Italia ultima nelle performance sulla mobilità sostenibile su ferro, con poche infrastrutture e pochi investimenti con città sotto scacco di traffico e smog.

    In sette anni, dal 2016 al 2023, sono stati realizzati appena 11 km di tranvie e 14,2 di metropolitane e, in particolare, Roma è tra le città peggiori in Europa in termini di dotazione di binari di metro e, a livello nazionale, risulta essere il comune più colpito dal 2010 al 2023 dagli eventi meteorologici estremi che hanno causato danni alle infrastrutture di trasporto pubblico o interruzioni al servizio.

    A fare il punto, con dati e analisi, è il report “Pendolaria – Speciale aree urbane” di Legambiente diffuso nell’ambito della campagna Clean Cities che mette in luce i ritardi dell’Italia, i nodi irrisolti di Roma, ma anche gli impatti che gli eventi meteo estremi stando avendo sulle infrastrutture del trasporto pubblico in tutta la Penisola.

    Roma è tra le peggiori in Europa in termini di dotazione di binari di metro: 1,43 km ogni 100mila abitanti, ben lontani da altre capitali quali Londra (4,93), Madrid (4,48), Berlino (4,28).

    “La Capitale d’Italia – ha commentato Roberto Scacchi, responsabile mobilità di Legambiente – è tra le peggiori in Europa per dotazione di binari di metro e tranvie, le opere oggi finanziate non basteranno certo a colmare il divario con le altre città. Bisogna invece accelerare vertiginosamente e rigorosamente con tutti i progetti mancanti, quei cantieri della transizione ecologica con i quali dare l’impulso per un gran salto di qualità nella mobilità romana: ogni chilometro di nuovi tracciati per le metro, la chiusura dell’anello ferroviario e ogni tram, a partire da quello che dalla stazione Termini raggiungerà San Pietro cambiando in meglio il cuore di Roma”.

    “Nove, in particolar – riporta una nota dell’associazione –  sono i progetti in stallo su cui Legambiente riporta l’attenzione: la chiusura dell’Anello Ferroviario romano, sul quale dapprima ci sono state le coperture finanziarie dei fondi del PNRR, poi tagliate con la revisione della scorsa estate,  il ‘nodo Pigneto’ che prevede la realizzazione di una nuova stazione di interscambio tra ferrovie regionali e metro C nel quadrante est. Ad oggi sono andati deserti 3 bandi di gara, la costruzione non è mai iniziata e si viaggia con un ritardo di almeno 6 anni. Sulla questione stazioni sono previsti anche “Piani di assetto” di Tiburtina, Tuscolana, Trastevere e Ostiense, di cui però non si ha nessun aggiornamento. Il quadruplicamento della Ciampino-Capannelle, anch’esso finito nei tagli della revisione del PNRR insieme al raddoppio Cesano-Vigna di Valle sulla FL3, mentre il raddoppio della FL2 fino a Guidonia ancora non vede una conclusione.

    In previsione del Giubileo del 2025, tra le nuove linee tranviarie finanziate all’interno del PNRR, vi sono quella lungo Viale Palmiro Togliatti e la TVA (Termini-Vaticano-Aurelio), quest’ultima, rimandata al 2026 perché non sarebbe stata inaugurata in tempo per il Giubileo e i cantieri aperti avrebbero peggiorato la viabilità di aree cruciali agli eventi del 2025, è protagonista di incomprensibili polemiche che vanno avanti da mesi e che mirano a uno stop dell’opera per motivi surreali, ossia il presunto impatto visivo e acustico su Via Nazionale. Una menzione particolare merita la ferrovia Termini-Giardinetti che dall’estate 2015 vede appeso al capolinea di Giardinetti un avviso che notifica la chiusura della tratta Centocelle-Giardinetti. Sono passati quasi 9 anni e nulla è cambiato, lasciando inutilizzati 3 km di binari in un quadrante a dir poco problematico per ingorghi e scarsità di servizi pubblici.”