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    Cronaca
    25 Novembre 2024
    Cerveteri, Comune e scuole in campo contro la violenza sulle donne

    CERVETERI (RM) – Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – che è tra l’altro coincisa con la condanna di Alessandro Impagnatiello all’ergastolo (per il femminicidio di Giulia Tramontano) e con la richiesta della reclusione a vita per Filippo Turetta (per l’omicidio di Giulia Cecchettin) – Cerveteri è scesa in campo. Prima c’è stato un partecipato e rumoroso flash-mob sulle scale di Piazza Santa Maria, al quale è seguito un corteo composto da tanti studenti degli istituti superiori della città etrusca, che – con trombe da stadio, slogan e fumogeni per le vie del centro storico – hanno raggiunto il Granarone, sede del Consiglio comunale. A quel punto – proprio nella sala della massima assise cittadina – si è svolto un lungo pomeriggio di approfondimento e informazione. A fare gli onori di casa e, insieme, a dare il senso dell’emergenza è stata la sindaca, Elena Gubetti. “La piaga della violenza sulle donne – ha spiegato la prima cittadina – potrà essere sconfitta solo con una profonda battaglia culturale, da portare avanti innanzitutto con i giovani, che ringrazio per essere qui questa sera così numerosi”. Poi la Gubetti ha chiesto a tutti i presenti di alzarsi in piedi e di dedicare un minuto di appalusi a tutti quei bambini che, dopo un femminicidio, restano orfani, con la mamma uccisa da un papà che dovrà passare la sua vita dietro le sbarre. Poi la sindaca ha raccontato dei numeri, purtroppo alti, che sta facendo registrare il Centro antiviolenza che il Comune ha aperto poco meno di due anni fa. “Per Cerveteri e per tutto il territorio a Nord di Roma, il Centro Antiviolenza, che con tanta energia abbiamo voluto e che come sindaco ho potuto aprire venti mesi fa, rappresenta un presidio di legalità fondamentale. Principalmente le donne che si rivolgono al Centro lo fanno per episodi di maltrattamenti, ma in alcuni casi le situazioni sono ancor più drammatiche: si parla di reati gravissimi, che vanno dalle violenze sessuali, al revenge porn, dallo sfruttamento della prostituzione fino a casi di tentato omicidio. Un dato che balza subito agli occhi è che oltre il 53% delle donne che si rivolgono al centro hanno un’età compresa fra i 40 e i 50 anni e subito dopo con oltre il 30% ci sono le donne fra i 30 e i 40 anni. questo significa che le giovani e giovanissime forse neanche sanno della possibilità di arrivare al Centro Antiviolenza per farsi aiutare ecco perché è più che mai fondamentale implementare l’attività del nostro Centro, l’unico del territorio”. A prendere la parola è stata poi Stella Balis, rappresentante del Gruppo Udi (Unione delle donne italiane) “Nilde Iotti”. “I numeri sui giovani e in particolare quelli sugli adolescenti sono allarmanti – ha spieegato Balis -. Troppo spesso i ragazzi scambiano comportamenti violenti (compiuti o subiti) con l’amore. Si instaura un vero e proprio processo di romanticizzazione della gelosia (per fare un esempio tra i tanti) che va a ledere la libertà del partner e questo viene vissuto come prova di un forte sentimento. Pericolosissimo”.

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