Don Angelo Oddi: “Fiero di stare a fianco agli straordinari uomini e donne della Polizia di Stato”
Cronaca, Società
15 Dicembre 2025
Don Angelo Oddi: “Fiero di stare a fianco agli straordinari uomini e donne della Polizia di Stato”

Originario della provincia di Frosinone, da ventisette anni è vicecoordinatore dei cappellani della Polizia di Stato

Don Angelo Oddi è vicecoordinatore nazionale dei cappellani della Polizia di Stato, originario di Veroli, provincia di Frosinone, dove è rettore di due chiese.

Da ventisette anni cura le anime degli uomini e le donne che lavorano quotidianamente per la sicurezza e la difesa di tutti i cittadini.

“Il vescovo di Frosinone mi scelse quando ero viceparroco, era sorta l’esigenza di rimettere i cappellani all’interno dell’Istituzione, e così è iniziata una pastorale speciale per tanti sacerdoti”.

In giro per tutti i reparti del Corpo, una vita ” in cammino” quella di don Angelo…

“E’ vero, ma anche loro vengono da me in cerca di conforto. Parliamo molto della vita privata e della famiglia, e dell’esigenza, soprattutto per le donne, di conciliare tutto. Tra le tematiche più delicate c’è lo stress causato da interventi con incidenti mortali e quello legato al suicidio di colleghi”.

Come viene accolto quando si reca nei vari reparti? 

“Devo dire che sono sempre molto atteso. Non chiedo mai a loro se credono o meno, mi presento come un fratello maggiore che è lì per tendere una mano a tutti”.

Trova differenza tra le nuove leve e i più anziani?

“I giovani sono più preparati, hanno percorsi di studio importanti alle spalle, ma sono molto più fragili emotivamente”.

Come nasce la Pastorale da portare avanti?

“La decidiamo all’inizio di ogni anno, facciamo anche incontri pre e post matrimoniali e di gruppo. Spesso i temi centrali riguardano i figli e su come educarli in questo particolare periodo storico”.

E le donne poliziotto? Sono diverse dai colleghi “maschi”?

“Loro vivono maggiormente lo stress lavorativo, hanno una sensibilità particolare, le donne della polizia sono straordinarie hanno una marcia in più. Quello che più le colpisce sono gli interventi dove sono coinvolti minori, in loro rivedono i propri figli.

Per tutti invece la frustrazione maggiore è quella di mettere a repentaglio la propria vita per scovare delinquenti, e il giorno dopo averli fermati, ritrovarseli in giro a causa di pene inesistenti. Si sentono inermi, ma il senso del dovere non li abbandona mai”.

Tra i progetti che le stanno più a cuore c’è la Casa dei papà…

“Sono due strutture che si trovano all’interno dei commissariati: una a Roma, e tra breve anche a Ostia, sono riservate ai poliziotti separati che non hanno appoggi, qui a differenza degli alloggi in caserma, possono però incontrare i propri figli. A sostenerli c’è anche un  equipe di psicologi”.

In questo periodo il suo lavoro sarà ancora più intenso…

“E’ vero, oltre tutti i dipartimenti, sono in giro anche per raggiungere quei poliziotti che lavorano tra Camera, Senato, e Palazzo Chigi, per le messe natalizie, un momento bellissimo e partecipato dove riusciamo ad incontrarci tutti”.

Un suo messaggio per tutti questi “coraggiosi” uomini e donne?

“Voi poliziotti e poliziotte avete un grado di umanità straordinario. Anche di fronte al peggio delinquente siete in grado di porgere un aiuto. Sono fiero di camminare al vostro fianco”.