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    Economia e Lavoro
    24 Maggio 2023
    Civitavecchia, l’area di Fiumaretta resta senza bonifica e diventa un caso. Musolino: “Operazione troppo importante, non si rallenti”

    CIVITAVECCHIA – Quello dell’area della ex centrale termoelettrica di Fiumaretta sta diventando un caso a Civitavecchia. Grazie ai finanziamenti che il Ministero del Infrastrutture ha messo a disposizione della città, proprio la Fiumaretta sarebbe dovuta passare dal Comune al Porto che poi lo avrebbe dovuto trasformare in un polo agroalimentare. Il Comune di Civitavecchia, prima di cedere la proprietà all’Autorità Portuale deve bonificare e mettere in sicurezza tutta l’area perché nella pancia della Fiumaretta sono ancora presenti sversamenti pericolosi e nocivi per la salute, eredità inquinante della vecchia centrale termoelettrica. Il punto è che ‒ a quasi cinque mesi dalla firma dei protocolli e dal finanziamento arrivato dal governo centrale (35 milioni di euro) per la loro applicazione ‒ niente ancora è stato fatto. «Vogliamo far diventare Civitavecchia il primo porto nella logistica della food industry italiana e primo hub italiano per la logistica della frutta e porto leader nella logistica del freddo totalmente ecocompatibile, ma senza la documentazione che certifica come quell’area sia tornata salubre – spiega il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino – non possiamo procedere all’acquisizione. È condizione imprescindibile. Il guaio è che ci sono 150 milioni di euro di investimenti privati provenienti da soggetti interessati a sviluppare questo settore. Vero che abbiamo partecipato a un bando arrivato alla seconda fase di valutazione e respinto, come peraltro successo anche al porto di Livorno, ma questo non rappresenta certo un rallentamento del progetto».