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    Cronaca
    6 Gennaio 2024
    Fiumicino, scoperta maxi-discarica abusiva vicino all’aeroporto: arrestata dipendente della Regione

    FIUMICINO (RM) – Nella calza della Befana Fiumicino trova qualcosa di peggio del carbone. A poche  centinaia di metri dal Commerce City e a un tiro di schioppo dall’aeroporto “Leonardo da Vinci”, nelle scorse ore la Polizia di Frontiera – in capo a una lunga e meticolosa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma – ha scoperto una maxi-discarica abusiva. Un enorme deposito illegale di rifiuti di ogni tipo che, secondo le prime stime stilate dai tecnici dell’Ama, renderanno necessario l’impiego di almeno cento tir per la rimozione. Il Giudice per le indagini preliminari ha dunque emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, mentre altri undici soggetti sono stati raggiunti da avvisi di garanzia, tra cui alcuni imprenditori. I reati contestati, a vario titolo, sono inquinamento ambientale, incendio doloso, calunnia, furto di energia elettrica ed acqua, abbandono e malgoverno di animali. Le indagini sono scattate nel marzo scorso, dopo alcune segnalazioni di piloti di linea che avevano comunicato la presenza di fumi provenire da un terreno sottostante la verticale di volo in fase di atterraggio, quando per motivi di condizioni meteo sfavorevoli erano costretti ad atterrare su una seconda pista dello scalo romano. A indagare sono stati gli uomini della Sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino, con la collaborazione del Nucleo Tutela ambientale del XI Gruppo Marconi della Polizia Roma Capitale, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma. Il blitz finale è stato condotto anche con l’ausilio delle guardie ecozoofile Norsaa. A finire ai domiciliari per la gestione e dello smaltimento illegale dei rifiuti una donna di 52 anni, dipendente della Regione Lazio: il terreno che risulterebbe occupato abusivamente dalla stessa (stimato in circa 18 ettari di superficie) sarebbe stato messo a disposizione di alcune ditte di traslochi, di ristrutturazione edilizie e di facchinaggio per occultare tonnellate di rifiuti. In questo modo, le imprese non avrebbero pagato il costo per il regolare smaltimento e sarebbero così riuscite a monopolizzare il mercato, offrendo ai clienti un prezzo competitivo. L’arrestata, oltretutto, pubblicizzava sul suo profilo Facebook le imprese incriminate. La donna, insieme ai figli, che risultano tra gli altri undici indagati, così come il suo compagno, avrebbe preferito abitare nella proprietà occupata, nonostante i ragazzi risultassero assegnatari di un alloggio popolare. Il reato contestato avrebbe avuto inizio nel 2014, anno in cui la donna si sarebbe insediata abusivamente nella proprietà ed in un crescendo di attività illegale avrebbe dapprima allontanato gli utilizzatori legittimi dell’aerea, minacciandoli pesantemente, anche millantando parentele con il clan Spada di Ostia e con altri nomi della criminalità organizzata romana, avrebbe poi proseguito con allacci abusivi alla corrente elettrica e all’acqua potabile e poi avrebbe avviato una redditizia attività incontrollata di discarica abusiva con conseguenziali roghi per lo smaltimento illegale di rifiuti. Sarebbero stati scaricati ed incendiati rifiuti speciali, chimici, sanitari, vernici, ferro, elettrodomestici, porte, mobili, arredi, spazzatura varia e altro tipo di rottami. Il tutto ammassato sul terreno e poi incenerito per fare spazio ad altre quantità da eliminare, con la conseguente continua emissione nell’aria di alte colonne di fumo nero, denso e maleodorante. Al termine dell’indagine, è stata sottoposta a sequestro preventivo l’intera area, con casolari annessi, nonché tre automezzi utilizzati per il trasporto illegale dei rifiuti. Tra i cumuli di rifiuti e una fognatura a cielo aperto, in pessime condizioni sanitarie, vivevano circa quaranta cani di varie razze, una folta colonia felina e tre cavalli, tutti posti sotto sequestro.