Il fatto più incredibile è che un pareggio in Francia significa rimpianti. Se ne avessimo parlato domenica all’ora di pranzo, nessuno ci avrebbe creduto. Tutti avrebbero pensato ad uno scherzo. Ed invece è stato così: clamoroso 13 a 13 in terre transalpine per la nuova Italia di rugby di Quesada, ma rientro nel Bel Paese tra insonnia e rimpianti. Insonnia, quella che tormenterà le prossime notti di Garbisi, per il clamoroso incidente della mancata trasformazione che al minuto 81 avrebbe potuto narrare una stellare e straordinaria vittoria. Più Francia come previsto nel primo tempo, punteggio sul 13-3, prima del climax che cambia l’ordine del cosmo, l’espulsione di Danty che lascia i transalpini in inferiorità numerica sostanzialmente per tutta la ripresa. Italia che riprende coraggio, mostra trame e personalità, ma sbaglia parecchio, pagando forse l’emozione di chi stava comprendendo che di fronte a lei stavano stendendo potenzialmente un tappeto rosso, annessa quindi responsabilità di riprendere la partita. E la meta di Capuozzo annessa alla trasformazione di Garbisi pareggia la gara a 10 minuti dalla fine. A quel punto la responsabilità doveva esser quella di provare a centrare il colpo grosso, quello che avrebbe significato storia. La grande opportunità arriva all’ultimo respiro: trema la Francia, ancora Garbisi sul punto di battuta, sportivi azzurri tutti in piedi davanti ai televisori col fiato sorpreso ma clamoroso palo e clamorosa occasione gettata al vento. Non ci dormirà. La partita finisce 13-13 e nonostante le tante note positive resterà più grande il rammarico di non aver scritto storia. In fondo la penna stava lì. Un foglio bianco da riempire per la gloria. Niente da fare. Clamorosa beffa e mani tra i capelli. L’Italia si accontenta di agganciare il Galles in classifica a quota tre lunghezze. Il Sei Nazioni riprenderà sabato nove marzo: all’Olimpico arriverà la Scozia.