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    9 Marzo 2024
    Sei Nazioni. Roma incorona l’Italia di rugby: pomeriggio storico, Scozia battuta 31-29

    Emozione fortissima. Ruggito, gioia, abbracci. E lacrime. Chi s’è commosso. Chi ha abbracciato sconosciuti vicini di posto. A scrivere la pagina più bella dello sport azzurro stavolta, questo weekend, diventa l’Italia di rugby che torna a vincere due anni dopo una gara del Sei Nazioni, undici anni dopo all’Olimpico. Sembra una frase del finale del Titanic, sembra una citazione della sceneggiatura di Cameron, ma diventa realtà: sono passati undici anni dall’ultima volta, da quando vincemmo 22-15 e fu a Roma festa grande sull’Irlanda. E ben nove anni dopo, l’ultima volta a Murrayfield, cattedrale del rugby scozzese d’Edimburgo, un avversario proprio come la Scozia. L’ultima della classe che batte la seconda, fino alla mattina del sabato ancora in corsa per vincere il Sei Nazioni. La Capitale incorona i suoi azzurri che battono 31-29 gli scozzesi e lo fanno con un finale al cardiopalma, sofferenza da squadra vera, unione, cuore, mentalità. Lo fanno però dopo aver giocato come leoni senza paura per larga parte di gara. E la serata dell’Olimpico ha narrato la favola di una promessa finalmente diventata grande, finalmente sbocciata, quella dell’esordiente Lynagh, che va in meta esattamente come Brex e Varney. Un’Italia che porta a casa al successo, ed anche questo è uno splendido lieto fine, grazie alla qualità del calcio di Garbisi, alle sue trasformazione. Proprio lui, due settimane dopo la Francia, due settimane dopo 14 notti insonni per quel calcio piazzato e quel palo scheggiato che poteva scrivere storia. Un appuntamento con la storia invece meravigliosamente evidentemente soltanto rimandato. Il trionfo del nuovo commissario tecnico, lui, la parola argentina, la voce argentina, i suoi principi e le sue idee, Gonzalo Quesada, che da questo sabato affigge anche lui il proprio nome nella storia del rugby azzurro. Ed è il successo di uno vero, leale, che se lo merita, come il capitano Lamaro, simbolo di questa squadra. Un successo davanti ad un Olimpico gremito, 70 cuori commossi. Festa che proseguirà in quel di piazza Navona. Proprio vero: al rugby si gioca con le mani e con i piedi, ma soprattutto con la testa e con il cuore. Spirito, attaccamento, sacrificio. Questo è quel che ci meritiamo. Questo è quel che significa essere azzurri. Grazie Italrugby, un sabato da ricordare e affissare nelle memorie dello sport azzurro.