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    5 Aprile 2024
    Premier. Romanzo a Stamford Bridge: gioiello Palmer, resurrezione Chelsea?

    Un finale apocalittico. E’ Cole Palmer a trascinare ancora il Chelsea in un super classic che senz’altro non sarà stato classifica alla mano ai livelli degli ultimi decenni, ma la sfida tra Blues e Manchester United regala sempre trame, romanzi, emozioni. Finisce 4-3 a Stamford Bridge, proprio per trama, sviluppo e finale uno dei film più belli dell’annata di Premier League. Un 4-3 per i Blues al termine di una gara per l’appunto apocalittica, aperta dall’undici di casa prima di farsi rimontare al tramonto della prima frazione; nella ripresa il sorpasso dei Red Devils trascinati da quella che forse diventa la miglior prestazione in maglia rossa di Antony che serve un cioccolatino per la doppietta di Garnacho, prima che i 10 di recupero fino al minuto 100 riscrivino la storia di una gara che a questo punto cancella definitivamente il Man United da ogni corsa Champions, oggi materia esclusiva soltanto per Tottenham e Villa. Prima un altro rigore, stavolta particolarmente dubbio, poi la botta al minuto 100 che riconsegna identità, togetherness, esplosione del sentimento blu sotto una romantica londinese acquazzone che non poteva accompagnare meglio l’ambientazione del film di Stamford Bridge. Può esser questo il “Turning Point” per Poch e la sua contestatissima avventura Chelsea? Può esser quella scintilla in grado di riscrivere un futuro ai più ormai seppellito e tramontato? Scene che senz’altro fanno bene all’interno di una stagione di premesse e ricostruzioni, sì, ma se ti chiami Chelsea non puoi specchiarti a metà classifica. Soprattutto per contesto di una squadra giovane a volte viziata, senza identità, che fotografa la crepa e spaccatura tra corso Boehly e pubblico del Bridge, come espresso più volte dal loro supporters trust. E nella trama e nel romanzo crolla ancora all’ultimo respiro Ten Hag contro Pochettino, come 5 anni fa quando navigavano a livelli decisamente differenti, in una semifinale di Champions che vide il Tottenham ribaltare l’Ajax proprio sul fil di serena. Paradossalmente oggi paga più Ten Hag, cui futuro, sesto e salutata ogni prospettiva Champions, resta tremendamente in discussione, soprattutto tra innesto Ratcliffe e cambi dirigenziali. La sconfitta più pesante di un’annata complicatissima in casa Red Devils. Una gara che li relega definitivamente al sesto posto, Chelsea che sale al decimo, per capir la dimensione in cui navigano due colossali istituzioni ai giorni d’oggi, quelli di Prem 23/24. Una Prem 23/24 che ha narrato il pronosticato successo del Liverpool sullo Sheffield, un testacoda più sofferto del previsto, un 3-1 finale ad Anfield che grazie al siluro di Mac Allister riproietta immediatamente i Reds ancora in testa, davanti a tutti, per una classifica che adesso spira 70 punti per la capolista, 68 per l’Arsenal, 67 per il Manchester City. Una corsa a tre, altro clamoroso romanzo, il più prestigioso dell’anno, che riparte domani con le stesse dinamiche: City a Palace, Arsenal a Brighton, Liverpool all’Old Trafford proprio con lo stesso United, domenica. Altro giro, altra corsa: romanzi Premier senza sosta.